Colite, mal di pancia non ti temo: come affrontare il nostro secondo cervello

Colite, mal di pancia non ti temo: come affrontare il nostro secondo cervello

Nell’addome si trova il nostro secondo cervello. Le forti emozioni così come lo stress è lì che spesso si annidano. Possiamo provare ad allontanare ansie e preoccupazioni con la testa, ma la pancia le raccoglierà tutte. E senza sconti. Vediamo insieme allora come poter convivere con la sindrome da colon irritabile, aiutandoci con l’alimentazione e con uno stile di vita a tavola quanto più possibile sano.

Cause: ansia, stress, alimentazione sbagliata e genetica

Per colite si intende un’infiammazione dell’ultimo tratto dell’intestino, chiamato appunto colon. È un disturbo molto frequente soprattutto fra le donne. Nella maggior parte dei casi l’origine dei sintomi della colite resta sconosciuta.

Molteplici possono essere le cause scatenanti:

  • Stress, ansia, stile di vita e alimentazione disordinata
  • Intolleranza al lattosio: da verificare tramite breath test (unico test validato)
  • Ciclo: può capitare che il ciclo mestruale infiammi il colon. L’intestino, infatti, è molto sensibile ai cambiamenti ormonali dell’organismo, per questo le mestruazioni hanno come effetto quello di peggiorare i sintomi della colite
  • Farmaci che modificano la flora batterica intestinale
  • Infezione batterica: viene diagnosticata attraverso colture fecali in grado di isolare e riconoscere il batterio responsabile. I sintomi possono variare a seconda del tipo di batterio, ma dissenteria e febbre sono sempre presenti. Viene curata con antibiotici
  • Sbalzi di temperatura che possono provocare contrazioni muscolari e scatenare le coliche addominali

Sintomi tra dissenteria e dolore

Il sintomo principale della colite è la dissenteria (che solitamente sopraggiunge dopo i pasti) accompagnata da forti fitte addominali di intensità soggettiva. Il dolore può colpire qualsiasi parte dell’addome, anche se di solito si manifesta al fianco sinistro. Il fastidio tende a scomparire con l’evacuazione. Altri malesseri sono gonfiore addominale e stipsi.

 Come combattere la colite a tavola

Alcuni alimenti sono particolarmente utili a chi soffre di colite e vanno quindi privilegiati nella dieta.

  • Patate. Sono un ottimo sostituto del pane. L’ideale è consumarle a temperatura ambiente dopo averle lesse o cotte al vapore
  • Riso. Ben digeribile e di facile preparazione, il riso basmati è il più consigliato
  • Tacchino. Tra le carni, quella di tacchino è la più ricca di triptofano, un aminoacido coinvolto nella produzione di serotonina, l’ormone del buonumore. È utile per contrastare lo stress e l’ansia che spesso sono all’origine del colon irritabile. È meglio scegliere la carne di tacchino biologica
  • Pesce. Merluzzo e nasello sono i migliori per contrastare i disturbi intestinali, poiché contengono i grassi Omega 3, che disinfiammano e rigenerano le mucose dell’intestino e nutrono il sistema nervoso, coinvolto nell’insorgere dei sintomi della colite
  • Zucchine. Sono fra le verdure migliori per chi soffre di colite grazie alla loro azione regolatrice sull’intestino (contengono fibre solubili). Inoltre disinfiammano le mucose gastrointestinali e svolgono un’azione diuretica e disintossicante
  • Yogurt e latti fermentati ricchi di probiotici. I lactobacilli sono, infatti, organismi vivi che vanno a riequilibrare l’intestino, regolarizzandone l’attività e riducendo il gonfiore addominale e le fitte dolorose. I probiotici andrebbero assunti al mattino a colazione. Quando acquisti uno yogurt leggi sempre l’etichetta: devono essere specificati i probiotici (fermenti lattici )“lactobacillus bulgaricus e streptococcus thermophilus”

Quali cibi devi evitare 

Non ci sono cibi proibiti (la tolleranza è soggettiva) ma cibi da evitare perché aumentano il gas intestinale.

  • Cibi con lattosio: se è presente un’intolleranza. Unico test validato per l’intolleranza al lattosio, appunto, è il breath test
  • Legumi con buccia: evita i legumi nella fase acuta (2-3 giorni) ma subito dopo reintroducili nella tua dieta perché sono molto importanti per la salute del microbiota intestinale. Per mangiarli fai così: acquistali decorticati, in alternativa, è necessario l’ammollo di 12-24 ore: ammorbidendo la cuticola che riveste il seme si riducono i tempi di cottura e si aumenta la digeribilità. Anche assumere i legumi sotto forma di purè, dopo averli passati con il passaverdure e cotti con un pezzo di alga kombu può aiutare. Un’altra possibilità è la pasta di legumi. Ricorda di condirla con sughi semplici e poco olio
  • Verdure? Sì, ma meglio cotte: le verdure sono più digeribili se cotte e passate. Si sconsigliano invece carote, spinaci, carciofi e crucifere (cavoli, cavolfiori e broccoletti), melanzane e minestroni. Va comunque precisato che per quanto riguarda ortaggi e legumi le regole non sono rigide poiché le reazioni sono decisamente soggettive e variano quindi a seconda dei casi
  • Cibi integrali
  • Bibite e succhi zuccherati
  • Dolci e dolcificanti
  • Salumi e formaggi grassi
  • Pane, pizza e prodotti da forno ricchi di grassi
  • Sale, dadi, caffè, fritti e alcol: peggiorano l’infiammazione

I pasti vanno consumati seduti, mangiando con calma e masticando bene. Solo in questo modo si evita di ingerire aria. Sempre meglio è consumare la frutta prima dei pasti, e non dopo. Termina il pasto con una tisana al posto del caffè a base di erbe che possano calmare l’intestino: utili in questo senso sono le piante officinali e le tisane a base di liquirizia, melissa, menta, ortica, malva o semi di psillio e finocchio che hanno effetto antinfiammatorio, emolliente e protettivo per le mucose delle pareti intestinali.

Segreti per migliorare la flora intestinale

Per impedire alla colite di alterare l’equilibrio non solo dell’intestino ma dell’intero organismo, curiamo il nostro intestino con prebiotici (fibra) e probiotici (fermenti lattici).

Chi soffre di colite non deve eliminare totalmente la fibra. Sicuramente va eliminata nei primi giorni, durante la fase “acuta”. Ma subito dopo va reintrodotta quanto meno quella solubile. La fibra insolubile (crusca, buccia di legumi, parte esterna dei vegetali) infatti infiamma l’intestino. La fibra solubile, invece, non deve essere eliminata perché è il cibo buono per la microflora e chi soffre di colite ha una microflora sofferente. Tutte le verdure dovranno essere passate al setaccio così da essere sicuri di aver eliminato la parte “insolubile” presente nella buccia.

L’inulina, la fibra solubile che aiuta

L’inulina è fibra solubile. Si estrae dal carciofo, dal topinambur, dalla cicoria. Si trova in commercio sotto forma di polvere insapore e inodore e si può aggiungere ai nostri piatti (con una grammatura precisa che dipende da quanta fibra assumiamo durante la giornata). Per assicurare l’apporto di fibra solubile eliminando quella insolubile si possono fare degli estratti di frutta e verdura e inserire un cucchiaino di inulina. Per quanto riguarda i probiotici (fermenti lattici) puoi consumare cibi che li contengono (yogurt, kefir, miso, tempeh, crauti) oppure introdurli sotto forma di integratori.